Nel 2015 l'artista Vincenzo Amodeo ha realizzato due murales dedicati ad una delle figure più suggestive del carnevale di Satriano di Lucania: il Rumita (l'eremita).
L'evento folkloristico, che rappresenta una delle più importanti tradizioni carnevalesche lucane, è caratterizzato da tre maschere radicate nella cultura popolare e che rappresentano, simbolicamente, altrettanti status sociali, storici ed economici tipici della comunità:
- l'orso (L'urs), l'uomo vestito da pecora o capra, simbolo di prosperità, ricchezza e fortuna;
- la quaresima (A Quares'm), la donna anziana con una grande smorfia rossa dipinta sul volto e vestita di nero in segno di lutto (simbolo di disperazione, amarezza ed angoscia);
- l'eremita (U'Rumit), una figura che scopriremo oggi grazie a questo murale.
Nello specifico l'opera dei due artisti, Vincenzo Amodeo e Mariella Gagliardi, focalizza l'attenzione sul tradizionale rito del Rumita che, nell'ultima domenica prima del martedì grasso, esce dal bosco e percorre le vie del paese per chiedere l'elemosina. La particolarità di questo rito è il gesto con cui bussa nelle singole abitazioni. L'uomo struscia il proprio fruscio, un ramoscello di pungitopo, sulle porte con discrezione e in un rigoroso silenzio.
Ma chi è, e cosa rappresenta, il Rumita?
Il rumita, chiamato in dialetto U'Rumit, è un uomo che vive in simbiosi con la natura avvolto totalmente da foglie e rami di edera a tal punto da non essere - volutamente - riconoscibile. E' considerata una maschera silente in quanto, per tutto il rito (arboreo), non proferisce parola e, dall'altra parte, colui che apre ne rispetta il silenzio offrendogli un dono.
Storicamente questo personaggio, simbolo di povertà ed indigenza, affonda le proprie radici nei secoli e nelle tradizioni di Satriano. L'interpretazione accostata alla maschera, però, è mutata pragmaticamente nel tempo distinguendosi per la grande capacità di rinnovarsi ed innovarsi mantenendo viva una tradizione nonostante il trascorrere del tempo e i mutamenti socio-economici della società. Il rumita nell'antichità era considerato - genericamente - quel satrianese che, a causa della sua indigenza, si rifugiava ai margini del paese costruendosi una dimora nel bosco circostante. All'inizio della primavera, dopo un duro e freddo inverno, l'eremita scendeva in paese per chiedere la carità "strusciando" di porta in porta e ricevendo in cambio del cibo che gli consentiva di rimettersi in forze ed affrontare la nuova stagione con più vigore.
Dopo la seconda guerra mondiale e con l'inizio dell'emigrazione, la figura è stata associata al satrianese che si rifugiava nei boschi in quanto non aveva la possibilità di cercar fortuna fuori dal paese.
Agli inizi del 2000, invece, è stata introdotta una nuova "rivisitazione" dell'interpretazione di questa figura rafforzatasi dopo il 2013 (scopri il perché attraverso un altro murale, ndr). Oggi l'attenzione si è spostata sullo stretto rapporto fra uomo e natura al fine di sensibilizzare le nuove generazioni sulla valorizzazione e il rispetto per l'ambiente. E' un uomo che ritorna alle sue origini primordiali fortificando quel legame con Madre Natura che lo ha accolto e che merita rispetto come in un rapporto fra genitori e figli. Per rafforzare questo lodevole intento
l'intera manifestazione folkloristica, organizzata dall'associazione Al Parco, fa perno su specifici principi ecologici. Ad esempio: tutti i prodotti gastronomici sono di stagione e a chilometro zero; durante la festa viene promossa un'accurata raccolta differenziata e non vengono usate stoviglie monouso; tutto il materiale pubblicitario viene stampato su carta FSC (Forest Stewardship Council) e, per "contrastare" il CO2 (anidride carbonica) prodotto durante le giornate di festa, viene piantato un quantitativo di alberi che ne compensa le emissioni.
<< Ancora oggi ricordo con grande entusiasmo - ci racconta Vincenzo - il 7 febbraio 2016, quando partecipai al carnevale di Satriano. L'anno precedente avevo realizzato due murales sul tema del rumita e, vivere quell'evento dal vivo, mi ha colpito ed emozionato. Il murale in sé è un oggetto: un dipinto su supporto murario. E' soprattutto la rappresentazione di un fenomeno. Essere sotto quei muri, a distanza di pochi mesi, e vedere il "fenomeno" e la sua rappresentazione difronte ai miei occhi, contemporaneamente, mi ha affascinato. Erano lì, insieme! Davvero molto suggestivo! >> E aggiunge: << Non nascondo che sono sempre più incuriosito, divertito, appassionato, coinvolto e travolto dalla forza della tradizione che si innova: il carnevale di Satriano con il rumita e la moderna foresta che cammina. >>
Spesso nelle varie comunità, a causa dei sistematici e, in taluni casi, repentini cambiamenti culturali e socio-economici, tipici di un mercato globale in continua evoluzione, le tradizioni vengono "disperse". Satriano rappresenta una evidente dimostrazione che, in determinati casi, è possibile "mutare" persino una tradizione secolare arricchendola di significato ed adeguandola ai tempi.