L'iniziativa artistica La storia di Affori sulle serrande nasce nel 2017 da un'idea originale di una cittadina afforese, appassionata di arte, Maria Anna Caracciolo, e si pone l'obiettivo di far rivivere la storia del proprio quartiere attraverso vecchie foto riprodotte sulle saracinesche dei negozi per le vie di Affori.
Il progetto che segue una precisa ed accurata contestualizzazione storico-stradale, serranda dopo serranda, sta rivalorizzando il borgo rendendolo un'attrazione a cielo aperto: un salto nel passato fra monumenti, antichi mestieri, luoghi storici etc.. Il tutto rigorosamente in bianco e nero.
Come è nata l'idea del progetto artistico La storia di affori sulle serrande?
Maria: << Il progetto è nato mentre passeggiavo per il mio quartiere. Quante volte mi sono chiesta osservandolo come poteva essere 70 o 80 anni fa fino ad arrivare a qualche secolo prima: strade non percorse dal traffico, la vita nelle corti, i personaggi storici che hanno vissuto nella nostra Villa Litta, abitata dalla migliore nobiltà dell’italia del nord come i Corbella, i Taccioli, gli Osculati, Ii Litta modignani, i Belgioioso. Opere d’arte nella nostra chiesa Santa Giustina. Il trasformarsi da piccolo borgo a comune e poi inglobarsi nella grande Milano. Anche Manzoni dalla vicina Brusuglio veniva ad Affori nei salotti letterari della villa. Le cascine con le famiglie che si aiutavano nella loro decorosa povertà; i mestieri antichi, gli artigiani di strada. >>
Come è iniziato questo percorso storico-artistico?
Maria: << Ho deciso di andare a sfogliare alcuni libri scritti da un nostro storico che conserva gelosamente l’archivio di secoli che ci riguarda. Il sig. Luigi Ripamonti, un mito. Ho voluto bussare alle porte degli esercenti della zona e presentare il mio progetto: dipingere le loro saracinesche riproducendo il più fedelmente possibile vecchie foto. >>
Come hanno reagito gli esercenti?
Maria: << I negozianti hanno aderito affascinati. Le saracinesche diventano così tele e sopra di esse i ragazzi del team da me formato, tutti provenienti dall’accademia di Brera o dal liceo artistico Boccioni di Milano, riproducono il più fedelmente possibile i soggetti scelti dai committenti. >>
Quali sono criteri di selezione delle opere e le modalità di lavoro?
Maria: << Ogni esercente può scegliere tra le foto che vengono loro presentate ma che devono essere obbligatoriamente contestualizzate alla strada dove risiede l’esercizio. Doverosamente in bianco e nero o seppiato poiché negli anni 60 a retrocedere non esisteva il colore. Il bianco e nero evoca per me un fascino particolare. L’esercente provvede a definire la parte amministrativa con l’artista (con regolari ricevute fiscali) e insieme stabiliscono la tempistica del lavoro. Si lavora di domenica poiché le serrande sono abbassate. I ragazzi da ottobre 2017 hanno lavorato anche con neve e freddo. Il guadagno di questi lavori permette loro di finanziare anche se in piccolissima parte i costi degli studi all’università o provvedere ad una integrazione di un lavoro precario. Ho voluto offrire loro una chance per dimostrare le loro capacità artistiche. >>
Principalmente, di cosa ti occupi?
Maria: << Io provvedo a ricercare i committenti e a seguire i ragazzi durante lo svolgimento del dipinto. Ho conosciuto pian piano la loro vita, le loro aspirazioni, le loro ansie ed ho imparato ed imparo umanamente tantissimo. >>
Come vengono selezionati gli artisti?
Maria: << Ai ragazzi non chiedo la loro tessera di partito, la loro religione e non faccio assolutamente distinzione sul colore della pelle. Desidero solo siano capaci di dipingere ed avere molta buona volonta. A loro chiedo un rimborso spese per le cartucce stampanti e carta. Il tempo che metto a disposizione per il progetto è diventato tale da non concedermi più alcun fine settimana libero ma sono felice dei risultati. >>
Maria: << Tanti ragazzi desiderano entrare nel team. A loro chiedo innanzitutto di inviarmi il materiale di lavori già eseguiti e scelgo chi ritengo pùi idoneo. Poi li incontro e cerco di conoscere la loro personalità. Ora sono in sei ma per strada, alcuni si sono ritirati per motivi di studio o perché ho ritenuto non potessero più far parte del team. Ci sono regole che desidero vengano rispettate. La tempistica data al committente e la assoluta coerenza nel dipingere in bianco e nero. Non sono ammessi accenni di colore. Non sono ammesse bombolette spray perché desidero vederli dipingere con pennelli e, soprattutto, chiedo ci sia collaborazione tra loro. Non devono esserci prime donne. >>
Fino ad oggi quante serrande avete dipinto?
Maria: << Nel quartiere sono state dipinte da ottobre 40 serrande e ci siamo spostati anche in quartieri limitrofi perché entusiasti del progetto. >>
Quali sono i tuoi rapporti con i mass-media, amministrazione, associazioni della zona?
Maria: << Non ho chiesto aiuti o agevolazioni in ambito politico. Non per presunzione ma perché l’iter è sempre lungo e difficile. Il rapporto diretto con un committente privato permette un più agevole svolgersi nella realizzazione del progetto.
Hai altri progetti in mente?
Maria: << Ho ancora nel cassetto un Progetto Murales che desidero mettere in atto. Una sorta di esposizione plein air di immagini di come eravamo su una cinta muraria di una casa di cura nel quartiere. Sto allestendo una mostra di dipinti di ragazzi del quartiere dai 6 ai 13 anni. Ho chiesto loro di disegnarmi come vedono il luogo che vivono e come lo vedrebbero in futuro. Tutto si collega al mio progetto serrande sulla storia di affori come pure le interviste concessemi da datati afforesi che raccontano il loro vissuto. Le raccoglierò per farne un piccolo libro: un’ interessante retrospettiva su come eravamo .Tutto viene da me pubblicato in diversi siti del municipio 9 ottenendo grande successo poiché i cittadini della zona si identificano nel racconto e rievocano i loro ricordi. Mi sono già state fatte interviste su quotidiani nazionali. Non posso dirmi completamente soddisfatta poiché qualche altro progetto è in embrione. >>
Ci puoi raccontare qualche curiosità o aneddoto accaduto durante questa esperienza?
Maria: << E’ bello vedere persone che passeggiano per Affori di domenica e si fermano a commentare i dipinti. Si ascoltano le loro storie vissute nel periodo della foto dipinta. Talvolta capita di asssistere a piccole divertenti discussioni sul loro passato. Tanti fanno anche selfie davanti alle saracinesche dipinte.
Un progetto originale e di impatto. Cosa provi nel vedere la tua iniziativa riscuotere un simile successo?
Maria: << Che dire? Un successo che onestamente non avrei mai immaginato di questa portata! Un progetto che ritengo unico sia nella realizzazione che nell’evocazione di emozioni. Sono orgogliosa dei miei ragazzi! Sono orgogliosa di essere Afforese. >>
Vi lasciamo con un pensiero espresso da Maria che crediamo renda bene l'idea e l'essenza di questa straordinaria iniziativa.
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