L'opera murale, intitolata Si morit su pastore, è stata dipinta a maggio 2018 dall'artista atzarese Mauro Patta inaugurando la nuova stagione artistica di San Gavino Monreale (Sardegna), nel cuore del Medio Campidano.
Nel puro spirito del muralismo sardo l'intervento artistico, oltre ad abbellire una parete del paese, mira a denunciare una piaga che coinvolge tutta la Sardegna, da nord a sud, sensibilizzando l'opinione pubblica su una tematica "calda": l'inquinamento ambientale.
Il titolo dell'opera prende spunto da una frase di un saggio scritto dal giornalista e storico sardo Francesco Casula.
Come è nata questa collaborazione con l'Associazione Skizzo?
Mauro: << Era da molto tempo che con i ragazzi dell'associazione avevamo concordato un mio intervento ma non riuscivamo mai a far combaciare i nostri impegni per una serie di attività già programmate. Quest'anno, finalmente, ci siamo riusciti. >>
E continua: << Quando mi avevano contattato per la prima volta mi avevano sottolineato che si erano innamorati delle mie pecore e, visto che anche a San Gavino c'è una grande cultura per la pastorizia per via dei desulesi stanziati in zona fin dagli anni 70/80 [1], abbiamo deciso di fare un gregge di pecore. >>
L'opera però non si limita a esaltare ed omaggiare una storica tradizione locale che ancora oggi rappresenta con tutto il suo comparto il nucleo del prodotto interno lordo dell'isola, bensì, attraverso alcuni particolari inseriti ad hoc, mira a puntare i riflettori su una piaga che affligge l'intera Sardegna. Una piaga iniziata negli anni 60/70 e che, con il passar del tempo, sta mettendo a rischio un "patrimonio secolare" che spazia dall'economia alla cultura. Come ha sottolineato il noto storico e giornalista sardo Francesco Casula in Pastori e Pastoralismo in Sardegna: "Se muore il pastore e la pastorizia non muore solo una delle tante figure sociali o un comparto economico ma la Sardegna intera: il suo etnos, il suo universo culturale, artistico e rituale". Ed è proprio da questo saggio che deriva il titolo del dipinto murale di Mauro Patta: Si morit su pastore morit sa Sardigna intrea.
E' proprio da qui che trapela il profondo significato del murale che tenta di far riflettere e, magari, discutere sulle conseguenze dell'inquinamento e dell'avvelenamento a cui viene sottoposta quotidianamente la Sardegna sia a causa dei poligoni militari che delle fabbriche sparse su tutto il territorio. Un inquinamento legale, promosso e supportato dallo Stato centrale, e uno abusivo, figlio di quella regola che spinge molte aziende a massimizzare i profitti a discapito dell'ambiente (discariche radioattive e non, bonifiche mai effettuate, parametri di sicurezza non rispettati etc..) e della salute dei cittadini.
Solo per rendere l'dea, basti pensare che in Sardegna vengono svolte circa l'80% di tutte le esercitazioni militari nazionali, che sono presenti circa il 60-65% delle servitù militari nazionali per un'estensione pari a 1/5 della costa sarda e, proprio per questo motivo, vietate alla balneazione (risorse sottratte agli stessi sardi e ai turisti, ndr). Senza dimenticare i giganteschi poli industriali, simili a cattedrali nel deserto, sovvenzionati dallo Stato e poi abbandonati, oppure le centinaia di miniere realizzate con la conseguente devastazione del territorio, anch'esse chiuse ed abbandonate, spesso senza bonifica.
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Riferimenti /Ringraziamenti
Mauro Patta - FacebookSe vuoi conoscere la storia della Sardegna con la nascita delle grandi fabbriche e dei poligoni militari, leggi: Sardegna: sintesi di una lunga storia di colonialismo
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