Antonio Gramsci


Scritto da gea-staff
pubblicato il 01/03/2018
Categoria: cultura e tradizioni
Letture: 234 ( Aggiornato il: 23/11/2024 20:05 )
cultura e tradizioni
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Antonio Gramsci è stato un politico, filosofo, politologo, giornalista, linguista e critico letterario italiano (Ales, 22 gennaio 1891 – Roma, 27 aprile 1937).

Antonio Gramsci, fautore del potere operaio contro le classi dominati, con una forte ispirazione alla rivoluzione russa del 1917, partecipò attivamente all'attività giornalistica nazionale prima con una collaborazione per l' Avanti! (quotidiano storico del Partito Socialista Italiano) e successivamente, a causa di divergenze sulla concezione dell'attività politica, con la fondazione della testata L'Ordine nuovo insieme a Palmiro Togliatti, Angelo Tasca e Umberto Terracini. 

L'obiettivo del nuovo giornale era quello di difendere e promuovere nuove forme di potere operaio. Riscosse un immediato successo e, nel breve tempo, divenne il giornale dei Consigli di fabbrica promuovendo discussioni, animando lo spirito degli operai etc.. Il primo numero uscì il 1º maggio 1919 con Gramsci che ricopriva la carica di segretario di redazione.

Nel 1921 
Gramsci fu uno dei fondatori del 
Partito Comunista d'Italia. 

Nel 1926 venne arrestato dal regime fascista e rinchiuso nel carcere di Turi con l'intento di annientarlo fisicamente per devitalizzarne il pensiero. Un cervello tanto temuto a cui bisognava impedire di funzionare (Nota-1).
Le sue condizioni già precarie fin dall'infanzia, durante la detenzione, peggiorarono e lo portarono rapidamente alla morte. Ma è proprio da qui, da questa sofferenza, che è nata - inconsapevolmente - l'opera letteraria più importante del XX secolo: Lettere dal carcere (1926-1937), uno scambio epistolare con amici, compagni e parenti. Di particolare rilevanza sono le lettere rivolte:
  1. all'adorata mamma Peppina, alla quale scrisse forse una delle frasi più significative e rappresentative del suo pensiero: << [..]  i figli qualche volta devono dare dei grandi dolori alle loro mamme, se vogliono conservare il loro onore e la loro dignità di uomini [..] >>
  2. alla cognata Tania (o Tatiana), che si prendeva cura di lui e faceva da tramite con il mondo esterno quando la moglie tornò in Unione Societica;
  3. alla moglie Julia Schucht (o Julka o Giulia)
Una lunga corrispondenza che mette a nudo l'animo di questo grande uomo, la sua immensa umanità, ma che - allo stesso tempo - lo ha logorato per i ritardi o le mancate risposte. Come trapela in alcune sue lettere egli temeva di essere stato abbandonato dai suoi affetti più cari. Toccanti i passaggi in cui sollecitava la moglie riportando anche la spiegazione della propria necessità di ricevere risposte.
Purtroppo, però, le conversazioni erano influenzate da vari fattori, tra cui:
  1. il regime fascista che, vigilava scrupolosamente e censurava ogni singola lettera che usciva o entrava dal penitenziario;
  2. il regime sovietico che, dall'altra parte, vigilava e censurava tutte quelle lettere che, esplicitamente o implicitamente, andavano contro il Partito o contro i compagni. Esiste infatti un periodo particolare, dal 1932 al 1933, in cui lo stesso Gramsci - ormai  in odore di anticomunismo e di antistalinismo - iniziò a nutrire dei sospetti e dissidi sia con alcuni compagni (tra cui Togliatti, ndr) che con i vertici del PCd'I.
  3. le precarie condizioni psichiche della moglie che spesso passava da un manicomio ad un altro, facendo seguire lunghi periodi di silenzi.
Un intero "sistema" di sospetti, dubbi, repressioni e torture, psichiche e fisiche, che hanno contornato gli ultimi anni della vita di Antonio Gramsci impedendogli di comunicare con i propri affetti. Uno "strumento" che, in quelle circostanze, rappresentava per lui l'unica valvola di sfogo sana per la mente. Un appiglio per distrarsi e mantenere quel cervello sempre vivo e attivo.

Indubbiamente il processo e la detenzione di Antonio Gramsci ordinata dal Tribunale Speciale fascista era, e continua a rimane, una delle pagine della storia d' Italia tanto nota quanto opaca. Ricca di sospetti, ambiguità, contraddizioni e manipolazione della realtà: il sospetto dell'interesse del PCd'I di mantenere in carcere il leader per accrescere la propria egemonia sull'opinione pubblica; i contraddittori controlli "blandi" del regime fascista, in particolar modo dopo la detenzione e il successivo ricovero in una clinica Quisisana frequentata dalla buona borghesia romana; i sospetti sulla possibile "manipolazione" delle lettere che venne fatta dallo stesso Togliati (a cui vennero affidate, ndr) prima della pubblicazione; l'ombra sulla figura di Giulia, possibile spia russa etc.. 
Tutti elementi che riportano alla mente un classico film di spie ed intrighi internazionali.

Nel 1934, a causa del peggioramento delle condizioni di salute, gli venne concessa la libertà condizionata e venne ricoverato in una clinica dove trascorse gli ultimi anni di vita.



Nota-1E' una dichiarazione riportata da un pubblico ministero (Ingrò) del Tribunale fascista e riferita a Gramsci: << Bisogna impedire a quel cervello di funzionare per almeno vent'anni >>

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Foto Wikipedia



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#tr685 #antoniogramsci #ales #sardegna #partitocomunistaditalia #letteredalcarcere #regimefascista

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