Juan Caramuel y Lobkowicz (Madrid, 23 maggio 1606 – Vigevano, 7 settembre 1682).
Caramuel era un monaco dotto cistercense, conoscitore di oltre 20 lingue e con una cultura ad ampio raggio. Infatti era considerato, fra l'altro, un matematico, politico, architetto, filosofo, tipografo, editore etc.. Fu uno degli inventori del sistema binario e della stampa a caratteri mobili.
<< Il murale - ci racconta Vincenzo - è dedicato alla figura policentrica di J. Lobkowitz Caramuel, vescovo di Satriano e Campagna dal 1657 al 1673. In questo periodo vive a Sant’Angelo le Fratte e qui edifica una moderna tipografia che nomina Arca Santa e stampa buona parte dei suoi libri. La sua vita è interamente dedicata allo studio e alla CULTURA: si interessa e scrive di grammatica, di matematica, di musica, di teologia, di architettura, di filosofia e di poesia. >>
Nonostante l'interesse e la volontà del Papa Alessandro VII (Fabio Chigi) di trasferire il monaco cistercense a Roma, molto probabilmente a causa dell'ostilità con alcuni cardinali romani, il 9 luglio 1657 Caramuel venne nominato vescovo nella diocesi di Campagna che, nel 1656, venne colpita gravemente dalla peste. Il nuovo vescovo si trasferì inizialmente a Sant'Angelo Le Fratte e, successivamente, a Campagna.
In tutta la sua vita Caramuel pubblicò oltre 260 opere, molte delle quali manoscritte, su vari argomenti: grammatica, filosofia, diritto civile, arti manuali etc.. L'unico periodo di inattività coincise con il primo periodo di permanenza a Sant'Angelo Le Fratte. Un'inattività, molto probabilmente, legata alle grosse difficoltà nel reperire tipografi esperti in zona. E forse, proprio da queste esigenza e grazie al suo estro, decise di costruire una tipografia denominata Arca Santa (Typographia Episcopali Satrianensi) con cui iniziò a stampare e ristampare tutte le sue opere di teologia, di astronomia e di architettura.
<< In particolare, questo murale - precisa Vincenzo - rappresenta il Caramuel ARCHITETTO; la narrazione delle sue teorie e delle sue opere principali è affidata alla composizione e riproposizione in forma pittorica di elementi tratti dai suoi manoscritti. >>
Come è possibile notare nella pittura dell'artista c'è un riferimento ad una delle opere più conosciute ed apprezzate del vescovo, pubblicata nel 1698: Architectura civil recta y obliqua.
Il trattato si inseriva nel dibattito che nacque tra il XVII e XVII secolo su come costruire le colonne tortili e se inserirle nell'Ordine di Architettura. All'architettura classica si affiancava quella sacra, come precisato dallo stesso Caramuel, al fine di perfezionarne le tecniche. Il dotto vescovo, senza escludere la bellezza della tecnica classica, introdusse e valorizzò l'architettura gotica ed obliqua indicando - in particolar modo - il metodo "geometrico" per tracciare le colonne tortili ed illustrando le regole sul loro posizionamento. Inoltre, inserì la colonna nel sistema degli
Ordini Architettonici, passati da 5 a 11 ordini.
Il suo riferimento era il Tempio di Salomone, conosciuto anche come Primo Tempio e considerato di origine divina, che rappresentava una chiara espressione dell'armonia universale e della perfezione (includeva anche riferimenti teologici, ndr).
Nel 1672, dopo 13 anni di permanenza a Campagna, Satriano e soprattutto a Sant’Angelo Le Fratte Caramuel venne trasferito a Vigevano, in Lombardia, dove realizzò la facciata del Duomo (raffigurata nel murale, ndr) e il nuovo assetto della piazza (Piazza Ducale).
Quando l’8 settembre del 1682 Caramuel morì, dopo un paio di anni di cecità e malattia, venne sepolto nel Duomo di Vigevano. Aveva 76 anni ed era stato nominato arcivescovo di Otranto nel 1670.
Conclude Vincenzo: << Provate a pensare a quelle mani, oggi impalpabili, assenti.... eppure un giorno disegnarono! Fogli bianchi segnati con idee. Fogli che parlano di architettura, fogli che fanno cultura! Oggi è un muro, oggi è un murale! >>
Dedica dell'artista:
<< Dedico quest'opera ai maestri d'arte di A.PV., Arte Per la Valle, alla Cultura e agli Uomini di Cultura >>.
Curiosità
A Sant'Angelo Le Fratte venne anche costruito il palazzo episcopale su un progetto realizzato dallo stesso vescovo Caramuel.