Anche
Villamar fu coinvolta in quel fenomeno artistico, noto nel
muralismo sardo, diffusosi in Sardegna a
fine anni 60 e che si proponeva di sensibilizzare il popolo contro il dispotismo dei governi, le ingiustizie sociali e la militarizzazione dell'isola con la diffusione delle basi N.A.T.O.
Il promotore locale di questo
muralismo di protesta, agli inizi degli anni 70, fu il pittore villamarese
Antioco Cotza insieme al suo amico-ospite cileno,
Alan Joffré, esponente della
Brigata Muralista Salvador Allende fuggito da una atroce condanna emessa dal
tribunale di Pinochet per reati politici.
Antioco Cotza fondò il gruppo Arte e Ambiente insieme ad alcuni amici-artisti di Serramanna (Luciano Lixi, Adriano Putzolu e Ferdinando Medda) con cui avviò - a partire dal 1974 - una serie di iniziative artistiche in tutta la Sardegna in cui non erano rare le collaborazioni fra i vari gruppi: Arte e Ambiente, Gruppo Artistico di Serramanna e la Brigata Muralista Salvador Allende, dove collaborava anche l'altro esule cileno Uriel Parvex.
Quest'opera ne è un esempio. Invitato per l'occasione, il Gruppo Artistico di Serramanna ha dipinto questo storico murale in via Roma (22 ottobre 1997). Anche se molto sbiadita l'opera è ancora oggi visibile.
Nel murale è evidente il messaggio
antimilitarista contro le basi N.A.T.O e la politica imperialista americana. Riconoscibile lo stile dell'artista serramannese
Adriano Putzolu con un pastore sardo dipinto che impugna la
falce per abbattere (/scacciare) l'
aquila (simbolo dell'America).
Un altro simbolo che richiama uno dei temi delle
proteste sarde degli anni 70/80 è il
polo industriale, dipinto a sinistra. In quegli anni lo Stato tentò di ridurre le fonti primarie di sostentamento della Sardegna (pastorizia, agricoltura) impiantando nell'isola alcuni poli industriali (
Porto Torres, Sarroch e Ottana) e costringendo la popolazione ad abbandonare le campagne per specializzarsi come manodopera operaia. Un tentativo fallito e con conseguenze deleterie: spopolamento demografico, inquinamento, deturpazione del paesaggio, sfruttamento delle risorse e, nonostante gli ingenti finanziamenti erogati agli imprenditori del Nord, disoccupazione e conseguente emigrazione di massa.
Nella parte destra della parete è presente un'
altra opera a cura di
Luciano Lixi (1995):