Salvatore Doddore Meloni (Ittiri, 4 maggio 1943 - Uta, 5 luglio 2017)
La vita di Doddore è sempre stata intrisa, come qualcuno ha spesso ha sottolineato, "fino all'osso", da quel desiderio ardente di vedere la propria terra, la Sardegna, libera e indipendente dall'ingerenza di quello Stato centrale, incapace di comprenderne e valorizzarne l'anima.
La sua carriera politica iniziò negli anni 70, quando entrò a far parte del Movimento Sociale Italiano di Terralba. Successivamente, agli inizi degli anni 80, aderì al PSd'Az, il Partito Sardo d'Azione (Partidu Sardu) fondato nel 1921 da ex-combattenti della Prima guerra mondiale, provenienti principalmente dalla Brigata Sassari, fra cui Emilio Lussu.
7 dicembre 1981 - Emendamento choc
Il 7 dicembre 1981, durante il XX Congresso del PSd'Az a Porto Torres, Doddore si fece promotore, insieme ad altri compagni, di un emendamento per apportare una modifica radicale e rivoluzionaria dell'articolo 1 dello Statuto: l'inserimento del termine indipendenza nel testo, intesa come "autonomia" dallo Stato Italiano.
Emendamento approvato.
14 dicembre 1981
Il 14 dicembre, qualche giorno dopo il Congresso, Doddore venne arrestato a seguito del ritrovamento di esplosivo [1] nella sua casa di Terralba, con l'accusa di aver compiuto l'attentato dinamitardo nella sede della Tirrenia a Cagliari (ottobre 1981) e di preparare un golpe indipendentista programmato per la notte di Natale.
Fu il primo caso in tutta l'Italia di condanna per cospirazione politica e associazione sovversiva contro la integrità, l'indipendenza e l'unità dello Stato. Gli venne revocato persino il diritto di voto e l'interdizione perpetua dai pubblici uffici.
Seguirono 9 anni di detenzione, di cui 8 mesi in isolamento, e una serie di scioperi della fame in segno di protesta contro quella che riteneva - e non era il solo - una vera e propria persecuzione politica messa in atto allo scopo di impedirgli la propaganda indipendentista.
26 agosto 2008 - Malu Entu
Dopo decenni di "silenzio", nel 2008, Doddore balza nuovamente agli onori della cronaca.
Come promesso dopo l'uscita dal carcere a fine anni 80, al compimento del 65esimo anno d'età, riprese il suo progetto politico fondando il PAR.i.s, Partidu Sardu pro S'Indipendentzia, con l'intento di partecipare alle successive elezioni regionali.
Il 26 agosto dello stesso anno, insieme ad un gruppo di militanti, occupò pacificamente l'Isola di Mal di Ventre, un isolotto nell'area marina protetta della Penisola del Sinis, conosciuta anche come Isula de Malu Entu (cattivo vento, per i repentini cambi meteorologici).
Venne costituita la Repubblica di Malu Entu e dichiarata l'indipendenza inviando comunicazioni alle varie agenzie di stampa e una richiesta ufficiale di ammissione all'Onu della nuova Repubblica. Venne creata persino la bandiera ufficiale (rosso-blu in bande orizzontali con al centro sei figure che rappresentano la cultura sarda e la scritta Repubblica Malu Entu) e una moneta locale.
Fu un'iniziativa a ciel sereno?
In realtà no. L'Isola di Mal di Ventre, 81 ettari incontaminati, apparteneva ufficialmente (e appartiene ancora oggi) alla società napoletana Turistica Cabras srl (?).
Dal luglio del 1974 era "abitata" da un gruppo di indipendentisti i quali se ne prendevano cura quotidianamente con iniziative rigorosamente ecologiste. Nel rispetto totale della natura.
Nel 2008, dopo 34 anni di "possesso", occuparono ufficialmente l'isola costituendo la nuova Repubblica, con un proprio governo, e richiedendo il riconoscimento in base al principio di autodeterminazione dei popoli sancito dalla Carta di San Francisco.
L'isola venne sgomberata a gennaio del 2009 con l'intervento di un imponente schieramento di forze dell'ordine: guardia forestale, guardia di finanza, carabinieri e polizia.
Negli anni a seguire Doddore fu costretto a far fronte a decine e decine di accuse, processi e condanne. Fino ad arrivare all'ultima carcerazione dopo una condanna a 3 anni con l'accusa di evasione fiscale, frutto di un'indagine nella sua ditta di autotrasporti partita all'indomani della proclamazione della Repubblica di Malu Entu (2008).
Era il 28 aprile 2017 quando l'attivista sardo venne arrestato dai carabinieri ad un chilometro di distanza dal carcere di Massama ad Oristano, dove stava andando a costituirsi, come egli stesso affermò. Nella cella portò con sé, oltre ad alcuni oggetti personali, non a caso, la biografia di Bobby Sands [2]: "Sono prigioniero politico".
Doddore è deceduto il 5 luglio 2017 dopo un malore a causa delle sue precarie condizioni di salute (aveva 74 anni ed era arrivato al 66esimo giorno di sciopero della fame e sete, ndr), ignorate dalle Istituzioni nonostante i vari appelli da parte dei familiari, parenti e amici.
Sogno o utopia, giusto o sbagliato, persecuzione o atti dovuti, giustizia o ingiustizia etc.. Al di là di qualsiasi giudizio, Doddore Meloni è stato - e rimane - un uomo che ha lottato fino all'ultimo dei suoi giorni per un grande ideale politico: l'indipendenza della sua amata Sardegna. Un uomo che ha avuto il coraggio di manifestare le proprie idee e di sostenerle contro ogni avversità, anche e soprattutto quelle giudiziarie.
Sotto molte sfaccettature, non è la stessa cosa che è successa in Catalogna e Scozia con il referendum per l’indipendenza o con l'Indipendenza (autonomia) che vorrebbero il Veneto e la Lombardia?
Approfondimenti/Curiosità
[1]: Doddore aveva una ditta di autotrasporti, e spesso trasportava esplosivi per rifornire le miniere.
[2]: Bobby Sands era un indipendentista irlandese morto in carcere, anche lui, dopo 66 giorni di sciopero della fame.