Street Art? Guerrilla Marketing? Al di là delle etichette e di qualche polemica scoppiata sui social con l'intento di "sminuire" l'intervento artistico, la domanda che ci siamo posti è: questo murale è rappresentativo? cela un messaggio? E soprattutto: nel momento in cui finirà la serie TV a cui si ispira, l'opera potrà avere "vita propria"? Beh, noi crediamo proprio di si!
Ma facciamo un piccolo salto indietro nel tempo.
Foto postata da Giuseppe Portulano - Facebook
Il 4 ottobre 2017 il risveglio dei romani in Piazza Santa Maria a Trastevere è stato caratterizzato dall'apparizione di una scultura "anonima" con una strana lupa. Una comparsata promozionale a cui ai più attenti non è sfuggita l'associazione con l'uscita della nuova serie TV di Michele Placido, Suburra. Una tecnica di marketing già conosciuta nella Capitale quando, nel 2008, in concomitanza con il lancio della serie Romanzo criminale, all'Eur spuntarono quattro busti raffiguranti i boss della banda della Magliana.
Nella settimana successiva al 6 ottobre, a sorpresa, dopo il successo della prima puntata di Suburra su Netflix, sono iniziati i lavori per un nuovo murale in una mega parete del quartiere il Pigneto a cura dello street artist modenese Luca Zanni, in arte Luca Zamoc. L'artista, contattato dall'associazione M.U.RO, che ha ricevuto l'incarico dalla stessa Netflix, ha raffigurato - attraverso una personalissima visione - il tema trattato dalla serie con una lupa, scarna nel suo aspetto fisico e dallo sguardo provato e disperato, che allatta tre "adulti".
La somiglianza con la statua di Piazza Santa Margherita è stata subito evidente. Infatti la scultura è stata riprodotta da Netflix sulla base del bozzetto murale presentato dallo stesso Zamoc.
A differenza della Lupa capitolina, simbolo romano per eccellenza, che allatta i due gemelli, Romolo e Remo, la lupa dipinta da Zamoc "sfama" tre grandi poteri capitolini. In ordine, da sinistra verso destra: lo Stato, la Chiesa e la criminalità. Una chiara enfatizzazione dei giochi di potere, degli intrighi e degli affari loschi con il Dio Denaro che fanno perno su un sistema di corruzione ben oleato. Una metafora tagliente per denunciare come i tre poteri stanno prosciugando, lentamente, la lupa dall'interno.
Sicuramente non è un'opera che punta sull'esaltazione della bellezza della lupa. Anzi. Se ci riflettiamo bene, forse, è proprio questo l'effetto e il messaggio che ci dovrebbero colpire.
Conosciamo ed amiamo Roma per la sua "bellezza", i suoi monumenti e la sua antichissima storia. Una bellezza che possiamo associare alla famosa Lupa capitolina, simbolo della fondazione della città, un'allusione a come era Roma agli albori: una lupa in carne, con le mammelle gonfie di latte (simbolo di ricchezza e prosperità) e che sfamava - in tutta la sua imponenza - i due gemelli. Oggi, con la crescita esponenziale della criminalità e la diffusione della corruzione a tutti i livelli, quella famosa bellezza viene - giorno dopo giorno - deturpata. Un cancro che attanaglia la città e la logora dall'interno, fino a ridurla pelle ed ossa. Uno scempio a cui assistiamo quotidianamente e che colpisce nell'orgoglio l'Italia Bene.
Ebbene si, perché questo cancro non riguarda solo Roma, ma la "nostra" intera società. Da Nord a Sud. Dalle grandi città metropolitane ai piccoli paesi.
<< Il murale - ci confida Zamoc - non verrà inaugurato. Dovrebbe durare massimo sei mesi, poi - presumibilmente - verrà cancellato. >>
Quindi, secondo un nostro modestissimo parere, se proprio dovessimo etichettare questo intervento artistico, ci piacerebbe descriverlo come un bellissimo, e riuscito!, murale di denuncia sociale. Un messaggio che va oltre la pubblicità della serie TV, bella o brutta che sia, e che dovrebbe farci riflettere.
Vogliamo continuare a vivere inermi e ridurre la nostra società come questa lupa?
Curiosità
Avete notato il piccione appollaiato sulla schiena della lupa?