Un'arte storica tramandata da madre in figlia
Maria Corda, titolare del Laboratorio-Museo del baco da seta (Orgosolo)
In primavera le uova si schiudono e i piccoli bachi (larve), alla nascita, misurano all'incirca 4 millimetri.
Nelle prime 6 settimane il loro unico obiettivo di vita è: mangiare.
A tal fine i bachi vengono posizionati in cassette di legno con un letto di foglie di gelso. E, per garantire loro un posto sempre pulito, ricco di cibo e consono per una buona crescita - periodicamente - i bachi vengono spostati con un aghetto, e gran cura, da una cassetta ad un'altra.
Dopo 6 settimana la loro dimensione raggiunge circa i 12 centimetri.
A questo punto i bachi vengono spostati nel "bosco", cioè canestri con la riproduzione del loro ambiente naturale ideale: rami secchi di cisto e lavanda selvatica. In questo habitat il bruco dà vita, attraverso l'emissione continua di bava, al famoso bozzolo.
Una delle caratteristica della seta orgolese, che rende Su Lionzu unico e pregiato, è il color giallo prodotto da un baco che, in tutti questi anni, non ha mai subito modificazioni genetiche o incroci con altre razze. Il cosiddetto baco di Orgosolo.
Non appena i bozzoli sono pronti (dopo circa 3/4 giorni, ndr) si procede con una prima selezione:
- bozzoli da riproduzione, i quali daranno vita ad altri bachi;
- bozzoli da seta.
Bozzoli per la riproduzione
I bozzoli per la riproduzione sono quelli che verranno riutilizzati da Maria per generare i bachi per la stagione successiva.
Con occhio clinico ed anni di esperienza viene individuato il sesso dei bachi: i maschi hanno un bozzolo con una forma allungata, mentre le femmine sono più tondeggianti.
Una volta riconosciuti i bozzoli, si procede alla seleziona delle coppie (15/20) che vengono, successivamente, custodite in scatole di cartone per permettere loro una crescita naturale. Il bruco si trasforma in crisalide, la crisalide in farfalla.
Una volta nate le farfalle, esse si riprodurranno e deporranno nuove uova, le quali verranno recuperate e "custodite" in un luogo fresco e umido (es. in cantina) fino alla primavera successiva (letargo).
A primavera (maggio/giugno) il letargo si concluderà e il ciclo di vita riprenderà il suo corso naturalmente.
I bozzoli da seta
I bozzoli da seta, invece, seguono altri passaggi.
Il primo obiettivo è quello di uccidere la crisalide onde evitare che quest'ultima, formandosi, esca e rovini definitivamente la seta.
A tal fine esistono due metodi. Il primo è l'essicazione, una tecnica usata dalla nonna di Maria: il bozzolo viene messo in forno per una 15ina di minuti al fine di essiccarlo. Mentre il secondo, quello utilizzato attualmente da Maria, è la refrigerazione: il bozzolo viene conservato in freezer per una notte intera.
Morta la crisalide si procede con il recuperao del filo dal bozzolo.
I bozzoli vengono prima immersi in acqua calda (macerazione) in modo tale consentire l'eliminazione della peluria che ricopre il bozzolo (spelaiatura). Dopo l'esportazione della peluria i bozzoli vengono sfregati e dipanati, mediante uno "scoppino", in modo tale da recuperare il capofilo (scopinatura). Considerate che da circa cento bozzoli si forma un unico filo.
Le fasi successive sono la trattura e la torcitura: si prende il filo ottenuto precedentemente e lo si collega all' aspo, uno strumento realizzato artigianalmente da un pezzo di canna e due pezzi di olivastro incastrati ad incrocio, e lo si avvolge creando una matassa da circa 100 grammi.
Una parte della seta raccolta viene immersa in acqua e lasciata a macerare per una notte con una soluzione in polvere di zafferano per darle un colore giallo più vivo (tintura).
Dopo la tintura si procede con l'orditura: attraverso dei pioli (in legno) il filo, insieme alla trama, viene preparato per la tessitura.
Dalla tessitura, attraverso dei telai in legno e mani esperte, "nasce" il noto copricapo Su Lionzu, tipico del costume tradizionale orgolese. Durante questa fase, alla trama vengono aggiunti i fili tinti con lo zafferano in modo tale da creare sfumature sempre uniche in ogni capo tessuto.