Come ogni primavera Accettura si immerge fra antichi miti, tradizioni centenarie, riti pagani e religiosi in onore del proprio Santo Patrono:
. Nei giorni centrali della festa, dal sabato precedente la Pentecoste al martedì successivo, il paese si addobba a festa e mette in scena uno dei cerimoniali arborei più suggestivi ed affascinati risalente al 1797: l
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Il rituale prevede il rinnovo del matrimonio tra due alberi, un tronco di cerro (lo sposo) e una cima di agrifoglio (la sposa), con l'intento di suggellare e rigenerare quel rapporto strettissimo della popolazione con l'ambiente circostante e la natura. Infatti, come tutti i riti arborei, il gesto di tagliare e trasportare un albero nel proprio paese è un modo per portare nella propria dimora lo spirito di fertilità e prosperità.
Per l'occasione il paese si suddivide in due gruppi: da una parte i maggiaioli e, dall'altra, i cimaioli.
I maggiaioli scelgono e si prendono cura dello "sposo": un tronco di circa 30 metri su cui incidono anche una siglia SGM (San Giuliano Martire, ndr). Il giovedì dell'Ascensione, alle prime ore del giorno, il gruppo si reca nel bosco di Montepiano per tagliare il cerro e trasportarlo nella piazza San Vito del paese con carri e buoi percorrendo sentieri impervi e pericolosi.
La domenica di Pentecoste il gruppo dei cimaioli sceglie la "sposa" nel bosco di Gallipoli. Una volta individuata viene tagliata e trasportata a spalla, per oltre 15 km, anch'essa in piazza San Vito dove avviene il primo incontro tra sposo e sposa.
Il lunedì lo "sposo" viene preparato da mani esperte per la celebrazione del matrimonio del giorno dopo. Il martedì, infatti, avviene il famoso innesto tra tronco e cima e, una volta realizzato, si procede ad una prima alzata. Il nuovo albero (Il Maggio) viene lasciato con un'inclinazione di 45° gradi fino all'arrivo del Santo Patrono accompagnato in processione al cospetto del Maggio, fra musiche e canti popolari. Fra il silenzio della folla l'albero viene definitivamente issato in perfetta perpendicolare al suolo (la nota alzata) in segno di saluto e riconoscenza del paese nei confronti di San Giuliano Martire.
Nel pomeriggio i festeggiamenti continuano con la famosissima Scalata. Alcuni coraggiosi giovani danno una prova di forza e destrezza arrampicandosi sull'albero fino alla cima, a mani nude e con spettacolari acrobazie, incitati dalla banda musicale e dagli applausi del folto pubblico che assiste con pathos e trepidazione.
<< Così come nel rito pagano - ci spiega Amodeo - nell'opera ci sono gli alberi con la loro imponenza e la loro staticità; poi gli uomini con la loro dinamicità e i loro sforzi; poi ancora gli attrezzi: asce, corde, carrucole, argani... Si vede quindi il Maggio svettare sui tetti delle case, mentre uomini coraggiosi lo scalano a mani nude esibendosi in impressionanti acrobazie. >>
E aggiunge: << L'opera è stata realizzata con colori acrilici a pennello su intonaco esistente. Stilisticamente e cromaticamente l'opera è volutamente ispirata agli affreschi presenti sulle altre pareti dell'edificio e realizzati nel 1976 dal compianto artista rumeno Costantin Udroiu: il tutto è stato pensato come ad una naturale continuazione delle pitture esistenti, perché il luogo ed il contesto ci suggeriva questa scelta.>>
L'intervento artistico, come evidenziato dallo stesso artista e presidente della ArTer, rappresenta il primo di una serie di nuovi dipinti dedicati alla Festa del Maggio ed in generale alla cultura del luogo. Tutti gli eventi sono concordati con l’amministrazione comunale e i vertici delle associazioni impegnate nella tutela e nella valorizzazione del Maggio di Accettura.