L'opera murale del progetto Io ricordo è stata realizzata dall'Associazione Addiopizzo Catania nella pareta dell'Istituto penitenziario di Catania di Piazza Lanza, di fronte alla scuola media Majorana, in stretta collaborazione con i ragazzi delle scuole di Catania e provincia nell'esercizio della memoria.
<< Uomini coraggiosi che hanno dato la vita per la nostra terra mantenendo fede ai propri principi e valori, soprattutto quelli di Giustizia e di Stato. >> come precisano i volontari di AddioPizzo Catania. E aggiungono: << Per non dimenticare e mantenere viva la memoria organizziamo anche visite guidate con i ragazzi delle scuole. >>
La parete scelta, infatti, ha una doppia finalità: da un lato mira a sensibilizzare le coscienze di coloro che sono rinchiusi dietro le sbarre nel carcere etneo, credendo nella possibilità di "recupero", e dall'altro lato, essendo visibile dalla scuola, mira a sensibilizzare i giovani, futuro della nostra società, al ricordo della storia, delle vittime e della possibilità, che ognuno di noi ha, di seguire un percorso di vita in linea con i principi di legalità.
La mafia non è solo "piombo ed esplosivo" ma una mentalità che si radica e si espande a macchia d'olio in un mare dove regna la paura, l'incapacità di denunciare e di ribellarsi.
Il gigantesco murale, finanziato grazie al contributo dei cittadini attraverso la lotteria Pasqua - Regaliamo una sorpresa, ricopre tutta la parete dell'Istituto penitenziario ed è stato inaugurato il 7 agosto 2012.
Un primo particolare che balza agli occhi è lo sfondo a forma di puzzle.Tanti tasselli incastrati fra loro, uno dopo l'altro, a voler simboleggiare l'arduo lavoro svolto dall'antimafia per ricostruire gerarchie, traffici e i cospicui movimenti di denaro (illecito) delle cosche.
Scorrendo lo sguardo lungo la parete ritroviamo il "ricordo" di Paolo Borsellino e gli uomini della sua scorta: Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. Una raffigurazione del magistrato con al suo fianco gli uomini della scorta mentre camminano sopra una pagina di un libro di storia. A lato, una pagina bianca con la data della strage: 19 Luglio 1992. Un simbolo abbastanza eloquente: quel fatidico giorno non ha rappresentato la fine della storia della lotta alla mafia ma solo un altro inizio. Un altro capitolo. Infatti nuove pagine sono state scritte ed altrettante ne verranno scritte con l'intento di non vanificare questi sacrifici. La mafia, prima o poi, come sosteneva lo stesso Falcone, avrà una fine.
Gli altri "ricordi", con le relative fatidiche date, sono dedicati a: Alfredo Agosta, Pippo Fava, Beppe Montana, Libero Grassi, Giovanni Lizzio, Luigi Bodenza e Serafino Famà.
Nomi e volti che spesso passono in secondo piano rispetto ad altri ma che in realtà, come in un gigantesco puzzle, ognuno ha contribuito alla scrittura di quel famoso libro di storia sulla difficile lotta alla mafia: dai giornalisti con le proprie indagini e articoli "scomodi" ai poliziotti con le azioni quotidiane a difesa del territorio; dai semplici cittadini che hanno avuto il coraggio di denunciare le ingiustizie agli imprenditori impavidi che si sono ribellati a quel sistema chiamato "pizzo". E così via.
Un impeccabile e coraggioso lavoro di squadra su più fronti, perchè è solo così che la mafia potrà avere una fine..
<< Parlate di mafia. Parlatene alla radio, in televisione, sui giornali. Però parlatene >> Paolo Borsellino
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Riferimenti /Ringraziamenti
RiferimentiAddiopizzo Catania - Sito
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Interventi: Un muro contro la mafia
Strage di Capaci
Contro la mafia, l'amore per la memoria e l'impegno dell'azione
Ringraziamo per il contributo anche:
Donatella Bellu
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