L'opera murale, intitolata Giovanni e Paolo, è stata realizzata dagli artisti siciliani di Caltanissetta, ROSK (Maurizio Giulio Gebbia, classe 1988) e LOSTE (Mirko Cavallotto, classe 1987), a Palermo in onore di due grandi amici diventati eroi e simbolo dell'antimafia: Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
La parete scelta è quella dell'Istituto Istruzione Superiore Nautico "Gioeni-Trabia", in via Cala.
<< Siamo stati contattati - ci spiega INWARD - attraverso un contatto personale intermedio che ha portato ANM a conoscere il nostro osservatorio e le nostre produzioni. In particolar modo quelle realizzate per Enti governativi, di conseguenza anche in condizioni importanti e delicate. >> E ci tengono a sottolineare: << Quando siamo stati contattati abbiamo accettato con grande entusiasmo. Oltre ad ANM e noi, hanno partecipato per le rispettive funzioni tecniche anche Sovrintendenza BB.CC.AA., Città Metropolitana di Palermo e Comune di Palermo. >>
I due street artist hanno riprodotto la foto icona della rinascita della Sicilia contro la mafia. Uno scatto del 27 marzo 1992 del giovane fotoreporter Tony Gentile che ha immortalato Paolo Borsellino e Giovanni Falcone durante la presentazione della candidatura alla Camera dei deputati del collega Giuseppe Ayala.
Tutti noi ricordiamo con dolore, sconforto e rammarico, quelle giornate dove tutti i mass media mandavano in onda le scene dei tragici eventi:
1) Giovanni Falcone (Palermo, 18 maggio 1939 – Palermo, 23 maggio 1992) assassinato con 5 quintali di tritolo da Cosa nostra insieme alla moglie Francesca Morvillo e tre uomini della scorta (Antonio Montinaro, Rocco Dicillo e Vito Schifani) nella strage di Capaci (Autostrada A29, Palermo-Trapani);
2) Paolo Borsellino (Palermo, 19 gennaio 1940 – Palermo, 19 luglio 1992), assassinato da Cosa nostra assieme a cinque agenti della sua scorta (Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina) nella strage di via D'Amelio.
Le macerie, i soccoritori, la gente disperata, le urla di dolore e le lacrime dei parenti o quelli della gente comune e, soprattutto, quelle continue ed assordanti sirene della polizia o degli allarmi delle auto che echeggiavano in quel silenzio surreale. Incredulità miscelata a shock. Tristezza e, allo stesso tempo, rabbia, perchè questi due "eroi" erano due persone comunissime, due amici che credevano nel proprio mestiere e nel "senso di giustizia e dello Stato". Due persone che hanno sacrificato la propria vita, solo e soltanto, per mantenere fede ai propri valori e principi. Due uomini che credevano nello Stato, quello con la S maiuscola. Due uomini che erano coscienti del rischio che correvano ma non si sono mai tirati indietro neanche dopo le varie minacce ed intimidazioni.
Paolo in un'intervista dopo la morte del proprio amico, ricorda le parole di Antonino Cassarà, detto Ninni, dopo l'omicidio del Dott. Montana: << Convinciamoci che siamo cadaveri che camminano >> (vedi il video dell' intervista su Repubblica).
Le parole di Giovanni Falcone, in un'altra intervista, sono altrettanto eloquenti. Alla domanda: "E' considerato dalle cosche come il simbolo dello Stato da combattere, da colpire. Lei vive, in sostanza, blindato. Ma chi glielo fa fare?". Giovanni risponde: << mah! soltanto (accenna un sorriso, aggiungerei "malinconico").. lo spirito di servizio >>. E alla successiva domanda: "Ha avuto dei momenti di scoramento, magari dei dubbi, delle tentazioni di abbandonare questa lotta?". Con molta fermezza, risponde: << No! mai! >>
Questa foto, che per scelta giornalistica non venne pubblicata il giorno dopo lo scatto, dopo il 19 luglio del 92 si è trasformata in un simbolo. Il classico scatto che immortala l'essenza di un momento in un click. Quel momento che vale più di un fiume di parole.
Una foto in bianco e nero (in quel periodo i giornali erano in bianco e nero, ndr) che ritrae due amici in un momento di ilarità. Uno accanto all'altro. Una battuta, un sorriso. La complicità di due - veri - amici.
Uno scatto che ha fatto il giro del mondo, usato inzialmente come immagine di prima pagina dai principali quotidiani nazionali e, successivamente, su volantini, t-shirt, striscioni, manifesti etc.
Uno scatto che ha dato il via a quella, forse inaspettata per la Mafia, presa di coscienza - in primis - del popolo siciliano tramutatasi, nell'arco di poco tempo, in rabbia. In protesta. Una ribellione, partita dal basso, sia contro la mafia che contro quella parte delle Istituzioni che aveva abbandonato la Sicilia e questi due eroi al loro tragico destino.
Perchè commemorare? Per il semplice motivo che il silenzio, o anche semplicemente, il dimenticare darebbe alla Mafia nuovamente quel potere di infiltrasi in ogni fessura della nostra società alimentando i propri traffici. Perchè, anche se non ci sono morti e/o esplosioni, la Mafia esiste ancora e prolifera. La Mafia non è Sicilia, non è "piombo" o "tritolo", ma è una mentalità, un atteggiamento che parte dal basso e il terreno fertile può essere ogni città, ogni singolo comune. Ogni luogo dove ci può essere un interesse, principalmente, economico.
<< Parlate di mafia. Parlatene alla radio, in televisione, sui giornali. Però parlatene >> Cit. Paolo Borsellino
L'obiettivo di questo murale gigante è proprio quello di non far dimenticare alla Sicilia ma, allo stesso tempo, al mondo intero lo "spirito di servizio", i valori, i principi e il grandissimo sacrificio di questi due, grandi, Uomini.
<< La reazione della gente è stata estremamente positiva, di orgoglio, emozione, incredulità, etc.. Insomma una gran bella energia! - precisa con soddisfazione INWARD - E' stato un intervento bellissimo! Estremamente delicato e, apparentemente, non tanto complesso che ci ha inorgoglito tanto ponendoci dinanzi due giganti di immensa umanità. >>
Se volete comprendere la "grandezza" di questi due uomini, spulciatevi la rete e guardate i vari video sulla strage, sulle reazioni della gente e le varie interviste. Ascoltate ed osservate bene negli occhi Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, perchè da lì comprenderete moltissime cose.
Facciamo in modo di non generare altri eroi.
Ricordiamoci di loro ma non dimentichiamo che esistono centinaia di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino che, ancora oggi, lottano - nel silenzio - contro la mafia per senso di giustizia ed appartenenza alle Istituzioni. Gente comune che crede nello Stato e nella legalità. Se li abbandoniamo, se ci giriamo dall'altra parte facendo finta di niente, ci rendiamo complici di questo sistema mafioso che lede la nostra immagine, la nostra morale e l'intera società.
Per amore, uniamoci e condividiamo. Non rendiamo vani simili sacrifici. Isoliamo il marcio in modo tale che, come pronunciato dallo stesso Falcone, prima o poi, avrà una fine.
<< La mafia non è invincibile. E' un fatto umano, e come tutti i fatti umani ha un inizio ed avrà anche una fine. Piuttosto bisogna rendersi conto che è un fenomeno terribilmente serio e molto grave e che si può vincere non pretendendo eroismi dagli inermi cittadini ma impegnando in questa battaglia tutte le forze migliori delle istituzioni >>. Giovanni Falcone
Inuagurazione murale: 20 Luglio 2017 - ore 10
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