L'imponente opera murale intitolata Kore e realizzata da Giorgio Casu, aka Jorghe, in collaborazione con i ragazzi dell'Associazione Culturale Skizzo e Non solo murales San Gavino paese di artisti.
Una parete di 220 mq in onore di Persefone, figura mitologica greca chiamata anche Kore (dal greco Κόρη, giovinetta) o Core.
Le farfalle, simbolo di leggerezza e libertà, sono anche considerate (es. in Grecia) simbolo dell'anima che, attraverso la propria "metamorfosi", abbandona il corpo per raggiunge un grado superiore di perfezione. Allo stesso modo, per la loro intrinseca caratteristica, i cervi sono simbolo della fecondità, del rinnovo continuo della vita in un processo di morte e rinascita attraverso le corna. Infatti le corna si rinnovano ogni anno, cadendo e rinascendo in primavera con una ramificazione in più. Il colibrì (realizzato dal maestro Daniele Pillitu), simbolo di forza, resistenza e perseveranza. Nonostante le sue piccolissime dimensioni, è un grande guerriero che riesce a difendere il territorio con il suo becco che può trasformarsi in una vera e propria spada. Un'ispirazione a combattere per difendere i nostri ideali, lottare per i nostri sogni e proteggere le persone che amiamo contro ogni avversità.
In breve. Come narra la laggenda Kore, figlia di Demetra e Zeus, venne rapita dal Dio degli Inferi e dell'oltretomba, Ade (Hades), il quale si era invaghito di lei.
Zeus, per placare l'ira della moglie Demetra - Dea dell'agricoltura e fertilità - che per vendetta fece piombare l'intero mondo in una grave crisi fatta di siccità e carestia, ordinò al fratello Ade di restituire Kore alla madre. Quest'ultimo non si oppose alla richiesta di Zeus ma, prima di far salire la giovane sposa sul carro di Hermes, il messaggero degli Dei, le fece mangiare 6 chicchi di melagrana.
Attraverso questo apparente innocuo gesto il Dio degli Inferi legò Kore a sè in eterno. Infatti, secondo una antica legge del Destino chi si cibava dei frutti dell’oltretomba era condannato a rimanerci per sempre.
Al sigillo del patto Demetra decretò la suddivisione dell'anno in due fasce temporali. Da qui nacquero le stagioni e la loro alternanza: Autunno-Inverno, quando Kore scende negli Inferi e la natura si addormenta senza restituire frutti, e Primavera-Estate, quando riemerge per vivere nel Regno della Luce e la natura si risveglia con un'esplosione di colori e abbondanza di frutti.
Infine, e non per ordine di importanza, un altro simbolo di questa nuova opera è rappresentato dalla stessa melagrana con i suoi chicchi (dipinta nella mano sinistra della dea, ndr). Oltre ad essere associata al matrimonio e fertilità, si dice che gli antichi Greci usavano piantare il melograno sulle tombe degli eroi per sancirne la vita eterna attraverso il ricordo.
Per San Gavino questa nuova opera raffigura l'anima di questa rinascita economica trainata da un gruppo di volontari capitanati dallo stesso Giorgio Casu, artista sangavinese residente a New York che, almeno una volta l'anno, ritorna nella sua amata Sardegna lasciando un "segno colorato". Il quarto per la precisione.
Così come Kore simboleggia il cambio delle stagioni, cioè il passaggio dall' autunno/inverno alla primavera/estate, ritornando nel Regno della Luce e restituendo abbondanza e colori, allo stesso modo anche questo paesino del Medio Campidano "esplode di colori e festa" ad ogni primavera con nuove opere murali, eventi e manifestazioni. Un susseguirsi di occasioni che restituiscono vitalità e dinamicità all'intero paese con l'arrivo di turisti, curiosi etc.. Un cambiamento "voluto" fortemente da un gruppo di ragazzi che ha deciso di risollevare le sorti di un'intera comunità affrontando varie difficoltà. Un sogno che si avvera.
Se conoscete bene San Gavino, se avete seguito questo movimento artistico fin dai suoi albori, potete immaginare e comprendere meglio il significato dell'intera opera.
Inaugurazione dell'opera: 30 Giugno 2017
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Fonte
Non solo murales San Gavino paese di artisti (Foto)
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