La famosissima scultura del David, alta 5,17 metri, è stata realizzata in marmo (di Carrara, ndr) da Michelangelo Buonarroti tra il 1501 e il 1504 a Firenze.
Attualmente è possibile visitare la statua presso la Galleria dell’Accademia anche se una copia è stata posizionata nella vecchia, ed iniziale, collocazione: piazza della Signoria, di fronte a Palazzo Vecchio.
La formazione del marmo di Carrara risale al Giurassico Inferiore (190 milioni di anni fa). In quel periodo la maggior parte delle zone che oggi corrispondono con la regione settentrionale della Toscana erano sommerse da un vasto mare. Sul fondo si depositò un sedimento calcareo che diede origine ad una piattaforma carbonatica. Con i conseguenti spostamenti della crosta terrestre nacquero gli Appennini e la piattaforma carbonatica emerse dal mare diventando montagna. Nell'area delle Alpi Apuane, a causa delle differenti pressioni e temperature dovute alle sovrapposizioni di unità tettoniche, il calcare si trasformò in marmo tipico di questa zona.
Periodo storico
Il David rappresenta uno dei simboli del '500 del Rinascimento fiorentino.
In quegli anni, dopo la morte di Lorenzo de' Medici nel 1492, la città di Firenze sprofondò in una grave crisi politica, religiosa e culturale. Ad infiammare gli animi contro i lussi, gli eccessi e gli inutili sfarzi furono le prediche del frate domenicano Girolamo Savonarola, le quali contribuirono alla cacciata di Piero de' Medici e alla proclamazione della Repubblica (8 novembre 1494).
Nel 1497 Savonarola, scomunicato da papa Alessandro IV, venne processato per eresia e, il 23 maggio 1498, venne impiccato e messo al rogo in piazza della Signoria. La città ricadde in un'altra crisi e lo scontro fra le due fazioni si riaccese: da un lato un gruppo di potenti famiglie a favore della Repubblica e, dall'altra, la famiglia de' Medici (ricchi banchieri, ndr) che tentava di riacquisire il potere. Vi riuscirono solo nel 1530 detenendo il controllo sulla città, e su tutta la Toscana, per oltre 200 anni.
Inizialmente l'opera era stata commissionata per rappresentare un aspetto puramente biblico-religioso ma, successivamente, a causa della situazione politica "incandescente", assunse un simbolismo di eroe-guerriero. Da un lato il David, simbolo della Repubblica, e - dall'altro - Golia, associato alla tirannia, dispotismo e ai sopprusi della la famiglia dei Medici. Come il coraggioso David aveva difeso il suo popolo, così i fiorentini dovevano difendere la loro città dalla tirannia.
Quando Michelangelo ultimò i lavori nel 1504, la statua venne requisita dai rappresentanti della Repubblica fiorentina per celebrare la (temporanea) vittoria sui Medici.
La statua
Il Re David venne commissionato a Michelangelo (26 anni) il 16 agosto del 1501 dai consoli dell'Arte della Lana e gli Operai del Duomo di Firenze.
In realtà il grande blocco di marmo era già stato "abbozzato" - anni prima - da altri due scultori: Agostino di Duccio (1463-1464) e Antonio Rossellino (1476). Ma, in entrambi casi, l'opera venne interrotta ed abbandonata dagli stessi per la complessità e le difficoltà nello scolpire quella pietra di pessima qualità. Fu proprio questo aspetto, oltre alla grandi dimensione e ai tentativi dei precedenti artisti che ne avevano rovinato la forma, a far emergere il genio michelangiolesco erigendo la statua - fino ai giorni nostri - a simbolo di perfezione e bellezza assoluta. Perchè, se da un lato il visitatore viene colpito da perfezione e solidità, dall'altro, allo stesso tempo, può ammirare linee armoniose e dolci. Da quell'enorme blocco di marmo, infatti, Michelangelo è riuscito a "liberare" una straordinaria opera con un realismo anatomico impressionate.
A differenza di altri artisti Michelangelo raffigurò il David, non durante la battaglia o al termine della stessa, ma preferì immortalare il grande eroe biblico (I Sam, 17 - Bibbia)
in un momento di forte tensione (vedi vene ingrossate, ndr) antecedente allo scontro, mentre si preparava al duello. La gamba destra tesa con i muscoli contratti per lo sforzo (regge tutto il pese del corpo), e la gamba sinistra in avanti pronta per il lancio. Il braccio sinistro piegato che regge la fionda sulla spalla, mentre quello destro disteso sul fianco con in mano la pietra letale che stenderà il gigante guerriero Golia (una tensione che si avverte anche osservando la stretta della mano sulla pietra e le varie vene, ndr)
Collocazione
L'intento iniziale era quello di posizionare la statua, una volta ultimata, nella cattedrale di Santa Maria del Fiore. Ma nel 1504, quando Michelangelo mostrò all'intera città il suo capolavoro, dopo un lungo ed acceso dibattito, si decise di collocarla all'ingresso del Palazzo della Signoria (sede del governo, ndr) di fronte a Palazzo Vecchio. Fu necessaria la costituzione di un'apposita commissione formata da vari artisti per risolvere la contesa.
La statua rimase lì fino al 1873, quando dopo le celebrazioni del 400esimo anniversario della nascita di Michelangelo, si decise di spostare l'opera all'interno dell'Accademia di Belle Arti per evitare che gli agenti atmosferici potessero danneggiarla. Successivamente, tra il 1869 e il 1872, la Commissione di Belle Arti decise di spostarla in una stanza appositamente costruita all'interno della Galleria dell’Accademia. Nel 1910, visto il vuoto venutosi creare in piazza della Signoria, Luigi Arrighetti scolpì una copia della statua che ancora oggi è possibile ammirare di fronte a Palazzo Vecchio.
Negli anni successivi la statua è stata più volte restaurata.
Curiosità
Testa e mani sproporzionate: per alcuni la scelta è tecnica in quanto l'artista ha privilegiato la visione dal basso, mentre per altri è una scelta puramente simbolica. Il "testone" rappresenta il potere della ragione, mentre le "manone" sono il mezzo attraverso il quale la ragione si esprime/manifesta.
Pene piccolo: anche in questo caso, la scelta non è casuale, e si rifà alle proporzioni delle arti classiche, come per gli antichi greci. Il pene grande non era ritenuto "elegante". Ad esempio gli schiavi, i mostri con il corpo da animale e simili venivano sempre rappresentati con peni enormi in segno di grande disprezzo.
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