Il murale dell'artista catanzarese Smoe raffigura la storia dell'emigrazione italiana d'inizio secolo in cui milioni di persone decisero di abbandonare la propria terra natia in cerca di fortuna all'estero. E la Calabria fu una delle regioni colpite da questa migrazione di massa.
La lunghezza, la monotonia e le stesse condizioni del viaggio rendevano l'avventura un vero e proprio calvario intensificando il dolore per il distacco e la nostalgia di casa. Spesso il viaggio durava anche settimane e si passavano le giornate ammassati nei vagoni e corridoi dei treni o sui pontili e nelle cuccette delle navi. Per tutti l'impatto con la realtà, una volta giunti a destinazione, si rivelava difficile fin dai primi istanti: burocrazia, leggi speciali, controlli medici e amministrativi ne determinavano l'esito della permanenza. Molti venivano respinti e di questi parecchi riprovavano a ritornare sulla terraferma lanciandosi in mare dalle navi impiegate per il rimpatrio, andando - spesso - incontro alla morte. E nei casi in cui venivano accettati le loro condizioni di vita erano abbastanza precarie a causa delle pessime condizioni igieniche e degli ambienti malsani in cui andavano ad alloggiare. Una realtà molto distante da come era stata loro presentata e prospettata o da come l'avevano immaginata e sognata. Per non parlare delle "etichette" che venivano affibbiate soprattutto a siciliani e calabresi.
Smoe è riuscito a carpire questi aspetti e rappresentarli in splendide pennellate. Una sequenza in bianco e nero di 200 metri quadri che pone i riflettori su un argomento di forte attualità, I Viaggi della Speranza, e che tenta di lanciare un messaggio atto a mobilitare l'opinione pubblica invitandola all'accoglienza e all'apertura verso gli altri.
Come la storia ci insegna gli eventi si ripetono ciclicamente e, a volte, a parti invertite. Oggi, infatti, la Calabria è una delle mete degli sbarchi di immigrati. Partendo da questo presupposto i calabresi, come ovviamente gli italiani in generale, avendo vissuto questa piaga in prima persona. dovrebbero comprendere la "disperazione" di un popolo che si avventura nel cosiddetto viaggio della speranza, e dovrebbero essere più tolleranti e propensi all'accoglienza. Di solito si fugge da guerre, violenze e povertà, alla ricerca di nuove opportunità per sè e la propria famiglia. E non dovremmo mai dimenticare che abbandonare la propria terra è sempre un dolore che si porta dentro, nel profondo, anche perchè non tutti hanno, o avranno, l'opportunità di ritornare.
L'intervento artistico, patrocinato dall'Amministrazione Comunale locale, è stato realizzato alle porte della città e ne rappresenta il biglietto di ingresso e di arrivederci.
<< Quando sono rientrato in città - ci racconta Smoe -, ho subito pensato di dare un contributo "colorato" alla mia città e alla Street Art, scegliendo un tema di forte impatto emotivo. Tutto è partito da un'iniziativa personale: ho presentato il progetto in Comune ed è stato approvato con entusiasmo, ho richiesto tutte le autorizzazioni necessarie e, infine, ho anche recuperato gli sponsor per coprire i costi dei vari materiali. >>
Durante la realizzazione dell'opera ci sono stati alcuni intoppi, ma la caparbietà dell'artista e delle persone a supporto di questa lodevole iniziativa hanno consentito di portare a termine questa bellissima opera d'arte a cielo aperto. Un muro che prima era cupo ed anonimo, oggi consente a chiunque di fare un tuffo nel passato e riflettere sul futuro.
"Essere emigrante significa essere in fuga - dedicato a tutti i giovani in fuga", questa è la dedica dell'artista a chiusura dell'opera.
Immedesimiamoci e riflettiamo.
In bocca al lupo a Smoe e all'intera città, Catanzaro.
Il video "ufficiale" di Emigranti:
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Riferimenti /Ringraziamenti
SMOE - Facebook (foto e info)SMOE - Website
Marco Clodomiro (foto)
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(Articolo scritto in collaborazione con lo Staff)
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