L'intervento di Luis Gomez rappresenta l'opera simbolo del progetto Caleidoscopio, ideato da Maurizio Mequio e realizzato dagli artisti di Muracci Nostri con il supporto della Asl Rm E.
L'iniziativa artistica mira a ridare lustro e una nuova veste ad un luogo, un tempo, di emarginazione e sofferenza: l'ex Manicomio Santa Maria della Pietà, il manicomio più grande d’Europa. L'area, sulla collina di Monte Mario a Roma, ha un'estensione di circa 130 ettari ed oggi si è "trasformata" nel Parco della Salute e del Benessere.
L'iniziativa artistica mira a ridare lustro e una nuova veste ad un luogo, un tempo, di emarginazione e sofferenza: l'ex Manicomio Santa Maria della Pietà, il manicomio più grande d’Europa. L'area, sulla collina di Monte Mario a Roma, ha un'estensione di circa 130 ettari ed oggi si è "trasformata" nel Parco della Salute e del Benessere.
I primi artisti partecipanti sono stati: Gomez, Jerico, Atoche, X, Sgarbi, Roncaccia, Loiodice, Lommi, Durelli, Beetroot, Gore, Chew Z, Alvarez, Lus57, Cutrone, Russo, Farinacci, Pirone, Kenji, Zinni, Lenzi, Fast, Poeta del Nulla, Carpino, Sbordoni, Sabellico, Carletti, Drao, Noire, Leone, Mobydick, Pino Volpino, Giuliacci e i Pat.
Quelli che oggi, grazie alla legge n. 345 del 1975, si chiamano ospedali psichiatrici prima venivano definiti manicomi ed erano strutture che accoglievano tutte quelle persone che, per la società, venivano etichettate come "pazze", oggi note come malati psichiatrici o mentali.
Non esistevano dei veri e propri approcci medici, e le centinaia di persone che affollavano tali strutture venivano "calmate" con metodi estremamente brutali: dalla lobotomia alla doccia fredda, da strumenti immobilizzatori all'elettroshock, e così via.
Erano metodi attinenti più ad un luogo di tortura che ad una struttura sanitaria, e spesso bastava avere un atteggiamento classificato "violento" per essere destinati in simili strutture.
Alcune testimonianze, in taluni casi frutto di indagine, hanno fatto emergere casi di vere e proprie torture. Ad esempio alcuni pazienti venivano rinchiusi, per ore, in strette gabbie di legno; altri pazienti venivano lasciati per tutto il giorno al freddo senza vestiti o con qualche pezzo di stoffa; altri venivano sottoposti ad idroterapia, docce calde o fredde (tra gli 8 e i 20 gradi) con lo scopo di diminuire le attività cerebrali e fisiche del paziente; altri venivano legati ed immobilizzati ad una sedie per ore; altri ancora, a fronte di una non obbedienza,
venivano "trattati" con la cura dell'acqua: trascinati per terra con un lenzuolo avvolto in testa e versamento di pentole d'acqua in faccia. Altre testimonianze, invece, parlano di denutrizione, uso di camice di forza e frustate con cinghie in metallo etc..
In Italia i manicomi sono stati chiusi nel 1978, grazie alla legge 180.
L'arte, come in questo caso, ha il potere di cambiare le cose trasformando un luogo cupo, per le sue radici e per la sua storia, in un luogo bello da vedere e da vivere per gli stessi romani. Un "lager" che un tempo era caratterizzato da recinzioni inavalicabili, sbarre e restrizioni varie, a tal punto da far diventare pazzo anche chi non lo era effettivamente, oggi è diventata un'area con circa 30 opere artistiche a tema.
L'obiettivo del progetto artistico, infatti, non è quello di oscurare un "pezzo di storia", cancellandola, bensì quella di diffondere la sua conoscenza, di presentare un altro punto di vista e alcune sfaccettature di un mondo sconosciuto ai molti, coinvolgendo attivamente i visitatori e stimolando, in loro, una profonda riflessione.
Data
Ottobre/Novembre 2015
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Luis Gomez (@gomezpainter)
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