Il monumento S'aruxi santa presente nella piazza centrale del paese, Piazza Croce Santa, è stato eretto in ricordo delle vittime dell'inondazione del 20 ottobre del 1892.
L'opera è stata successivamente restaurata nel 1979 e benedetta nell'ottobre dello stesso anno in occasione della ricorrenza della catastrofe.
Catastrofe che tutti ricordano con la frase: "s’unda de Santu Sparau" (l’onda di San Sperate).
"Alle vittime della inondazione del 20 ottobre 1892. Gli abitanti di San Sperate posero".
Come riportato dalle cronache di quei giorni, il 20 ottobre fu una giornata terrificante per tutti gli abitanti. L'alba non arrivò mai in quanto il cielo era talmente buio che la mattina sembrava ancora notte.
Durante la violenta perturbazione e l'incessante pioggia caduta tutta la giornata, verso le 23:30, il Riu Mannu e il Riu Flumineddu (s’arriu de is argiolas) riversarono su San Sperate tutte le acque accumulate causando distastri e devastazione.
Il livello delle acque superò il metro e cinquanta.
All'epoca, in paese, vivevano circa 1700 persone e i 2/3 delle case vennero letteralemente distrutte. I morti furono 69 e vennero tutti sepolti in una fossa comune nel cimitero di San Giovanni.
Vista la tragicità dell'evento, per fronteggiare l’accaduto, le autorità civili e religiose rivolsero un appello umanitario per alleviare le sofferenze della popolazione. Un appello accolto, in breve tempo, da molti. Ad esempio, la Deputazione Provinciale di Cagliari spedì circa 200 chilogrammi di pane da distribuire ai sopravvissuti mentre il Comitato esecutivo di soccorso s’interessò all’acquisto di capi d'abbigliamento da spedire ai più bisognosi.
Dopo l'inondazione a San Sperate si costituì un Comitato di volontari che decise di realizzare un monumento per ricordare i morti di quella tragedia.
In quegli anni il Comune, non avendo fondi per finanziare l'opera, deliberò in favore del comitato la concessione d'uso delle pietre, di proprietà comunale, del vecchio ponte crollato di Rio Mannu.
In poco tempo e con fatica, il paese venne ricostruito.
La drammaticità di questo evento è stata ispirazione sia di una nota canzone sarda che di un libro. La canzone è stata scritta del cantastorie di Siliqua, Sebastiano Piras, mentre il libro, intitolato S’unda manna, è stato scritto da uno scrittore di San Sperate, Alfonso Spiga noto a tutti come Anselmo. Da quest'ultimo è stato tratto anche uno spettacolo teatrale di successo dall’omonimo titolo, allestito dalla compagnia La Maschera.
Nel 1979 la Croce venne restaurata dagli scalpellini di Serrenti e venne usata la famosa pietra di Serrenti.
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Riferimenti /Ringraziamenti
Proseguendo nella visualizzazione della gallery potete leggere testimonianze, ricordi e varie opere ispirate e dedicate a quella tragedia, del lontano 1892, che sconvolge l'intero paese.
Ringraziamo per il contributo anche:
La foto in primo piano è di Walter Schirru
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