Installazione in ferro intitolata Bombardamento realizzata a San Sperate (Sardegna) con una scritta, in alto, che cita una frase di un discorso del Duce, Benito Mussolini.
Le sanzioni furono votate da 50 stati appartenenti alla Società delle Nazioni in risposta all'attacco dell'Italia contro l'Etiopia che portò alla conseguente guerra d'Etiopia.
Le sanzioni rimasero in vigore dal 18 novembre 1935 al 4 luglio 1936 ma non ebbero grossi effetti sull'economia italiana in quanto la maggior parte degli Stati, inclusi quelli che avevano votato a favore, continuarono ad avere rapporti commerciali con l'Italia, rifornendola di materie prime. Inoltre l'Italia adottò un'autarchia economica mirando a sviluppare le risorse interne per rendere ancora più inefficaci gli effetti delle sanzioni: aumentò la produzione di grano e la ricerca scentifica al fine di trovare nuovi metodi per sfruttare le risorse del paese diventando economicamente indipendente.
In quell'occasione il Duce prese le distanze, anche a nome del Popolo Italiano, contro la tortuosa politica sanzionista che rischiava di far scattare un embargo sul petrolio (12 dicembre) che avrebbe potuto scatenare una guerra europea e forse mondiale.
E cita (estratto dal discorso originale):
<< [..] La pena di morte, per asfissia economica, decretata dagli umanitari di Ginevra, non fu mai irrogata prima del 1935, non sarà probabilmente mai più tentata e viene soltanto oggi inferta all'Italia, perché « povera di materie prime », il che mette a riparo dalle pene del codice ginevrino i popoli ricchi armati delle loro ricchezze e delle maggiori armi che la ricchezza consente.
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Riferimenti /Ringraziamenti
Foto messa a disposizione dell'amministrazione comunale.Autori delle foto: Giorgio Atzori, Anna Ruda, Giovanni Pilloni e Officine Vida.
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